è da tempo che volevo parlarvi di uno dei miei personaggi storici preferiti: Maria Antonietta.
eh sì proprio lei... la fredda principessa austriaca divenuta prima delfina di Francia e poi regina.
risulta particolarmente difficile fare un quadro preciso di una figura tanto complessa; senza contare che spesso la verità storica si mescola inevitabilmente con la fantasia, la leggenda fino a divenire mito...
questa sera sono qui per raccontarvi una storia diversa... una storia fatta di immagini...
lo spunto è nato quando mi è tornato alla mente un episodio particolare che coinvolse Maria Antonietta e che accrebbe moltissimo il malcontento del popolo francese: l'affare della collana... ma il contenuto del mio intervento è più futile e leggero.
vedere la bellissima e costosissima collana di diamanti motivo di scandalo, ha fatto crescere in me la voglia di fare una piccola ricerca che mi permettesse di ammirare gli straordinari gioielli di cui disponeva la regina di Francia...
non sono riuscita a fermarmi ai gioielli così ho aggiunto anche le sezioni dedicate alle scarpe e all'arredamento della sua camera...
(prossimamente un altro topic sarà dedicato esclusivamente all'abbigliamento, originale o liberamente ispirato.)
ho raccolto un pò di foto che ritraggono oggetti originali o rifacimenti vari... ve li propongo in questa gallery...
Titolo originale: Sid & Nancy Paese: Gran Bretagna/USA Anno: 1986 Durata: 112' Colore: colore Audio: sonoro Genere: drammatico/biografico Regia: Alex Cox Soggetto: Alex Cox, Abbe Wool Sceneggiatura: Alex Cox, Abbe Wool
Interpreti e personaggi Gary Oldman: Sid Vicious Chloe Webb: Nancy Spungen David Hayman: Malcolm McLaren Debby Bishop: Phoebe Andrew Schofield: Johnny Rotten Xander Berkeley: Bowery Snax Perry Benson: Paul Tony London: Steve Biff Yeager: Detective Courtney Love: Gretchen Rusty Blitz: Reporter Ed Pansullo: Detective Vincent J. Isaac: Detective J. Steven Markus: Detective Anne Lambton: Linda Kathy Burke: Brenda Winczor Sara Sugarman: Abby National Mark Monero: Jah Clive Michele Winstanley: Olive McBollocks Andy Bradford: Dick Bent Barbara Coles: Reporter Pete Lee-Wilson: Duke Bowman
Fotografia: Roger Deakins Montaggio: David Martin Musiche: AA. VV. Scenografia: Linda Burbank, J. Rae Fox, Andrew McAlpine
storia
londra... i sex pistols... l'eroina... il punk... Sid Vicious... la straordinaria storia del giovane bassista dall'incontro con l'americana Nancy Spungen fino alla scarcerazione avvenuta dopo l'accusa di omicidio.
recensione
mi sono avvicinata a questo film ignorando il peso del protagonista: Sid Vicious; o meglio dire, dei protagonisti: Sid e Nancy.
a quanto sembra, infatti, Sid non ha mai "lavorato" da solo, ma condivideva tutto o quasi con la sua compagna.
fin dalle prime scene è chiara l'intenzione del regista di voler entrare con irruenza nella società londinese di quegli anni.
l'eroina è l'ospite d'onore di molti incontri e feste; e come tutte le guest stars che si rispettino, lascia un segno indelebile nella vita di coloro che hanno avuto l'occasione di averci a che fare...
la pellicola riesce ad essere una valida rappresentazione della confusione di quel periodo... del sudore, della sporcizia e del voler essere su di giri a tutti i costi.
Sid e Nancy sembrano vivere in un mondo tutto loro: si cercano, si trovano e vivono due esistenze in una condividendo amore, odio, sangue, eroina e morte.
poco inclini a scendere a compromessi, i due sembrano in grado di poter vivere un'esistenza del tutto libera, tranne forse per la forte dipendenza dovuta alla massiccia assunzione di droga.
Gary Oldman e Chloe Webb sono degli ottimi interpreti.
la Webb sembra possedere un tale carisma da riuscire ad oscurare talvolta l'affascinate collega.
devo ammettere che la mia prima impressione sull'interpretazione era diversa.
mi era sembrato che le performance dei due protagonisti fossero un tantino caricate...
il film era già fortemente invasivo per la sua tematica, non credevo fosse necessario essere tanto incisivi anhce nella recitazione, correndo magari il rischio di sembrare addirittura poco credibili...
mi sono dovuta ricredere poco dopo! sono andata su youtube alla ricerca di qualche filmato che riportasse frammenti di vita di Sid e di Nancy in modo da farmi un'idea sui loro modi di fare e sulla loro personalità.
i documenti che ho visionato mi hanno portato ad una rivelazione: i due ragazzi erano davvero stralunati e poco attenti a quello che gli si stava contruendo intorno; quasi stessero performando un gioco a cui gli altri non potevano prendervi parte nemmeno se avessero voluto.
Oldman e Webb si fanno carico di un' eredità pesante, riuscendo a regalare un ritratto della coppia molto aderente alla realtà, arrivando ad imitarne atteggiamenti e timbro di voce.
la regia è volutamente confusionaria, annebbiata, instabile.
le scene sembrano essere state rubate ad una telecamera nascosta, puntata sulla vita di Sid.
a tratti sembra di trovarsi in un documentario...
del tutto inedito sembra essere il ruolo interpretato dalla morte; avvenimento quasi sempre portatore di commozione e di assoluto rifiuto da parte dello spettatore, si tramuta in una sorta di sollievo; diviene l'ultimo regalo che la vita fa in risposta ad un'esistenza tanto autolesionista.
la morte è l'unica cura a cui Sid e Nancy possono aspirare.
Titolo originale: NANA Autore: Tomoko Konparu Regia: Morio Asaka Soggetto: Jun'ichi Sakata, Morio Asaka Sceneggiatura: Morio Asaka Ryosuke Nakamura: Tsuyoshi Matsumoto Character design: Kunihiko Hamada Animazione: Kinomi Sakurai, Minoru Yamazawa Direzione artistica: Hideyuki Ueno; Tomoyuki Shimizu Studio: Madhouse Musiche:Tomoki Hasegawa Rete: Nippon Television (NTV) 1ª TV: 5 aprile 2006 – 27 marzo 2007 Episodi: 47 (completa) Durata ep.: 23 minuti Rete italiana: MTV Italia 1ª TV it.: 2007 – 2008 Episodi it.: 47 (completa) Durata ep. it.: 23 minuti Genere: Shōjo, Drama, Romantico
storia:
Nana Osaki e Nana (Komatsu) due ventenni molto diverse si incontreranno sul treno che le sta portando a Tokio...
Nana Osaki è una bellissima ragazza dal passato difficile, entra in una band, i Black Stones (Blast), e poco dopo inizia una relazione con il bassista del gruppo, Ren Honjo che successivamente lascerà lei e i Blast per unirsi ad un'altra band di Tokio i Trapnest. decide di andare a Tokio per diventare una vocalist di successo e sfondare nel mondo della musica.
Nana Komatsu, detta anche Hachi o Hachiko, è una volubile ragazza piuttosto supeficiale molto portata per l'innamoramento. decide di andare a Tokio per raggiungere il suo ragazzo che vive nella capitale.
Nana e Hachi, dopo il loro primo incontro in treno, si rivedranno poco dopo, quando si mettaranno alla ricerca di un appartamento. entrambe, seppure tramite agenzie diverse, visioneranno lo stesso stabile, scegliendo di vivere insieme.
Da questo momento in poi le due ragazze saranno legate da un destino difficile, fatto di amore, amicizia, scelte, allontanamenti e tradimenti. un continuo turbine di emozioni sovrasterà entrambe...
recensione:
da tempo aspettavo il momento più giusto per potervi parlare di questo anime...
finalmente è giusta l'occasione perchè da poco ho rivisto tutte le puntate... ben 47... anche se avrei preferito fossero molte di più.
come molti sapranno Nana è la trasposizione in anime del famosissimo manga di Ai Yazawa...
qualche post fa vi parlai anche di "Paradise Kiss" e di "I cortili del cuore" sue precedenti opere.
lo stile è molto simile a Parakiss, forse ne subisce solo una piccola evoluzione, c'è da dire che il tratto della Yazawa è molto particolare, non apprezzato da tutti: molto originale e diverso dai soliti disegni della maggior parte dei mangaka.
l'aspetto soprendente di questa opera risiede senza dubbio nella trama.
molto raramente mi sono trovata davanti ad una così bella narrazione e non mi riferisco solo ai manga o agli anime, ma anche a film e libri.
I dialoghi sono di un'intensità disarmante.
L'anime non è molto diverso dal manga, anzi rispecchia fortemente l'atmosfera, i suoni e gli umori della storia.
la regia e il montaggio sono frutto di menti sapienti; è talmente bello osservare lo sviluppo delle intricate maglie del racconto che tutto sembra avvenire in modo naturale, nonostante, invece, ci si trovi di fronte ad un difficile innesto di situazioni.
la caratterizzazione dei personaggi è studiata nei minimi particolari, tanto che Nana ed Hachi, come tutti gli altri protagonisti della storia, sembrano prendere realmente vita; il risultato è che risulta facile dimenticarsi di trovarsi di fronte a personaggi inventati, quasi fosse impossibile pensare che persone del genere non possano esistere nella realtà.
mi è difficile cercare di farci una piccola panoramica di tutti i pregi di questa opera, sembra quasi di banalizzare il tutto.
davanti a Nana si rimane rapiti.
la sensazione è quella di essersi tramutati in una mosca che suo malgrado è finita sulla tela del ragno, edora non se ne può più liberare...
Nan ha un effetto ipnotico che imprigiona.
anche le musiche scelte sono molto piacevoli, inoltre danno la possibilità di farsi un' idea dello stile e dei gusti giapponesi in fatto di musica... la colonna sonora comprende pezzi punk, che rock e pop.
non mi rimane che augurarvi, se ancora non l'avete fatto, di avere presto la possibilità di vedere questo anime... ne vale la pena, fidatevi... attenzione però... crea forte dipendenza... presto potreste amare anche voi il numero 7... le seven stars... i sex pistol... vivienne westwood... il fiore di ren...
se Nana entra nella vostra vita sarà difficile liberarsene!
ps: preconcetto italiano è quello di ritenere gli anime un prodotto per bambini... credenze che, sono sicura, verranno sfatate immediatamente!
come ben sapete le mie più grandi passioni sono il cinema e la musica... quando si uniscono sono la cosa più bella da sentire e vedere...
quindi per continuare la tradizione iniziata con Arancia Meccanica, questa volta vi posto le musiche di A beautiful Mind (cliccate qui per il post sul film).
Titolo originale: A Beautiful Mind Paese: Stati Uniti Anno: 2001 Durata: 136' Colore: colore Audio: sonoro Rapporto: 1.78:1 Genere: drammatico, biografico Regia: Ron Howard Soggetto: Sylvia Nasar Sceneggiatura: Akiva Goldsman Casa di produzione: Universal Pictures, DreamWorks SKG, Imagine Entertainment
Interpreti e personaggi Russell Crowe: John Nash Jennifer Connelly: Alicia Nash Ed Harris: William Parcher Paul Bettany: Charles Henman Adam Goldberg: Richard Sol Christopher Plummer: dottor Rosen Josh Lucas: Martin Hansen Austin Pendleton: Thomas King Judd Hirsch: professor Helinger
Episodi: Fotografia: Roger Deakins Montaggio: Mike Hill, Daniel P. Hanley Musiche: James Horner Scenografia: Leslie Rollins
Premi: 4 Oscar 2002: "miglior film", "miglior regia", "miglior sceneggiatura non originale" e "miglior attrice non protagonista" (Jennifer Connelly) 4 Golden Globe 2002 BAFTA alla migliore attrice non protagonista a Jennifer Connelly
storia:
John Nash, genio matematico, entra all'università di Princeton con una borsa di studio. Dimosta di essere uno studente particolare: non segue i corsi ma si dedica alla ricerca di un'idea originale che gli permetta di ottenere una laurea e di rivoluzionare il mondo della matematica. Ci riesce, il suo genio gli permetterà di lavorare anche per l'esercito in qualità di decifratore di codici segreti. inizia anche ad insegnere a tra i suoi alunni vi è anche Alicia che diventerà sua moglie. John, però è affetto da schizofrenia: nella sua mente prendono vita personaggi che non esistono nella realtà. Viene sottoposto a pesanti cure tra cui persino l'elettroshock...
recensione:
A mio avviso il più bel film di Ron Howard. la pellicola è straordinariamente commuovente, la storia appassionante, la sceneggiatura indimenticabile, la colonna sonora trascinante (clicca qui per visionare il post relativo alle musiche del film). Gli interpreti regalano performance di altissimo livello, primi fra tutti i due protagonisti, Russel Crowe e Jennifer Connelly. Quello che indubbiamente affascina lo spettatore è la rappresentazione così poetica della vita di John Nash. Lo spettatore che non è informato sulla vita del matematico, non conosce la storia di conseguenza non immagina che Nash sia schizzofrenico. Rimane prigioniero delle continue testimonianze del genio di John. Non è immaginabile che una mente così acuta, così elaboriosa possa essere anche covo di incredibili allucinazioni. Lo spettatore quasi prende parte al dramma, accompagna Nash alla scoperta del suo male; spera con lui che alla fine di tanta sofferenza in matematico riesca a dimostrare la veridicità di ciò che vede; quei personaggi li ha visti anche lui, vi si è affezionato alla stessa maniera con cui si è affezionato a tutte le altre presenze del film. Scoprire che tutto ciò in cui si è creduto non è altro che frutto della pazzia fa soffrire. Il declino, la derisione, il non essere considerato normale, il non poter avere la mente attiva a ricevere informazioni, il non poter trovare le soluzioni a problemi è sintomo di una costante frustrazione che accompagna l'esistenza di Nash per molto tempo. Il film, inoltre è anche un profondo omaggio al sentimento più forte, l'amore. La storia di Alicia e John è intensa, potente. Lei non lo abbandona mai, nemmeno nel momento più buio della loro convivenza. Alicia è l'unica a credere nelle capacità del marito quando il resto del mondo gli chiude le porte in faccia; è lei che dandogli fiducia, credendo in lui riesce a fargli riprendere a vivere... a lei lui dedicherà il nobel che meritatamente gli sarà consegnato nel 1994.
Titolo originale: A Clockwork Orange Paese: Gran Bretagna Anno: 1971 Durata: 137 min Colore: colore Audio: sonoro Rapporto: 1.66:1 Genere: drammatico, fantascienza Regia: Stanley Kubrick Soggetto: Anthony Burgess (romanzo) Sceneggiatura: Stanley Kubrick
Interpreti e personaggi Malcolm McDowell: Alexander De Large Adrienne Corri: mrs. Alexander, moglie dello scrittore Patrick Magee: mr. Alexander, lo scrittore Michael Bates: capo delle guardie Warren Clark: Dim John Clive: attore della prova di guarigione Carl Duering: dottor Brodsky Paul Farrell: vagabondo Clive Francis: Joe Michael Gover: governatore della prigione Miriam Karlin: miss Weber, signora dei gatti James Marcus: Georgie Aubrey Morris: P.R. Deltoid Godfrey Quigley: cappellano della prigione Sheila Raynor: madre di Alex Madge Ryan: dottor Branom John Savident: oppositore del governo Anthony Sharp: ministro dell'Interno Philip Stone: padre di Alex David Prowse: Julian Pauline Taylor: dottoressa Taylor, psichiatra
Doppiatori italiani: Adalberto Maria Merli: Alexander De Large Silvio Spaccesi: mr. Alexander, lo scrittore Mario Maranzana: capo delle guardie Paolo Modugno: Dim Corrado Gaipa: vagabondo Renato Turi: governatore della prigione Lilla Brignone: miss Weber, signora dei gatti Paolo Ferrari: Joe Luigi Diberti: Georgie Oreste Lionello: P.R. Deltoid Mario Feliciani: cappellano della prigione Michele Kalamera: attore della prova di guarigione Wanda Tettoni: madre di Alex Gianni Bonagura: padre di Alex Romolo Valli: ministro dell'Interno Massimo Foschi: Julian Renzo Montagnani: oppositore del governo Valeria Valeri: dottoressa Taylor, psichiatra
Fotografia: John Alcott Montaggio: Bill Butler Effetti speciali: Sandy DellaMarie, Mark Freund Musiche: Wendy Carlos, Nacio Herb Brown+ AA. VV. Scenografia: Russell Hagg, Peter Sheilds
Premi: Premio della Critica Cinematografica di New York per "miglior film" e "miglior regista" Premio della Critica Cinematografica di Kansas City per "miglior film" Nastro d'argento al regista del miglior film straniero Premio Hugo per la miglior presentazione drammatica
la storia: Alex un giovane ragazzo inglese che passa le sue giornate in cerca di guai. E' costantemente accompagnato dalla sua banda di Drughi. Isieme con i suoi amici è spesso in giro per Londra alla ricerca di qualcuno da spaventare, derubare e picchiare, utilizza uno strano modo di parlare e di vestirsi, e sembra essere irragionevolmente violento. Alex è il leader del gruppo ma non è benvoluto dai suoi compagni; questi ultimi, infatti, durante una delle loro scorribande gli tendono una trappola. Il ragazzo viene catturato dalla polizia e successivamente costretto a scontare in carcere una condanna per omicidio. La sua buona condotta di Alex farà si che al ragazzo venga data la possibilità di lasciare la sua cella e di sottoporsi ad uno speciale trattamento in grado di reprimere la violenza. Si tratta di una cura in fase di sviluppo. Alex si sottoporrà a tutta la sperimentazione, sopportando persino il lavaggio del cervello. Quella che dovrebbe essere la soluzione alla violenza si dimostra essere più terribile della violenza stessa...
recensione: tentare di analizzare o quanto meno di dare un proprio parere circa film tanto complesso risulta notevolmente difficile. In questo caso particolare ci si trova davanti ad un capolavoro; una strabiliante opera di un genio del cinema quale Stanley Kubrick. La sua pellicola anche a distanza di più di trent'anni si dimostra attualissima, in grado di proiettarsi addirittura nel futuro rendendolo ancor meno rassicurante di quanto non lo si immagini già. Il film è la rappresentazione della violenza rappresentata in tutte le sue forme e dimensioni; intesa nel senso più ampio possibile: fisica e psicologica. Colpi di genio sono riscontrabili ovunque: la sceneggiatura è intraprendente, sfacciata, potente quasi mai coerente con il linguaggio comune ma allo stesso tempo dotata di una chiarezza senza pari. I costumi hanno fatto, fanno e faranno storia. Impossibile dimenticare le bianche divise dei Drughi, così candide quasi a voler sdoganare il senso stesso del colore immacolato per eccellenza. La trama è potente, penetrante e capace di scuotere gli animi. Non si era mai vista una tale concentrazione di brutalità. La vista quasi rimane offesa di fronte a simili scempi. L'occhio è disperato, la mente è sconfortata di fronte allo spiegamento di cotanta crudeltà. Ci si scopre trepidanti, alla disperata ricerca di un sollievo da tanta furia; invece si è costretti a subirla dal primo all'ultimo istante e nonostante tutto non si riesce a distogliere lo sguardo da quel quadro terribile, quasi come se lo spettatore si trovasse al posto di Alex al momento della terapia. Ad impedire all'occhio di chiudersi non è, però, un attrezzo come quello utilizzato per condizionare Alex, ma è la potenza stessa delle immagini, il loro colore, il loro suono. La colonna sonora è utilizzata in modo magistrale (clicca qui per vedere il post dedicato alle musiche del film), sembra quasi che Beethoven abbia composto la 9 per poter dare il giusto sottofondo a rappresentazioni del genere. Si scopre come molto di quello che si ha l'occasione di vedere oggi al cinema o in televione non sia altro frutto di qualcosa che è stato precedentemente teorizzato ed ampiamente sperimentato. Protagonista indiscussa della narrazione è senza dubbio la violenza... non lascia per un secondo la scena, è sempre pronta a colpire nel modo più crudele possibile. Investe tutti, si erge a sommo giudice delle vicende umane scandendone i ritmi.
Titolo originale: Magnolia Paese: USA Anno: 1999 Durata: 188' Colore: colore Audio: sonoro Genere: drammatico Regia: Paul Thomas Anderson Soggetto: Paul Thomas Anderson Sceneggiatura: Paul Thomas Anderson
Interpreti e personaggi John C. Reilly: Jim Kurring Tom Cruise: Frank T.J. Mackey Julianne Moore: Linda Partridge Philip Baker Hall: Jimmy Gator Jeremy Blackman: Stanley Spector Philip Seymour Hoffman: Phil Parma William H. Macy: Donnie Smith Melora Walters: Claudia Wilson Gator Jason Robards: Earl Partridge Luis Guzmàn: Luis Henry Gibson: Thurston Howell
Fotografia: Robert Elswit Montaggio: Dylan Tichenor Effetti speciali: Industrial Light & Magic Musiche: Jon Brion, Aimee Mann Scenografia: William Arnold, Mark Bridges
Premi:
Orso d'Oro al Festival di Berlino National Board of Review Awards 1999: miglior cast
la storia: Il film non ha una sequenza logica, ma è un intrecciarsi di storie, personaggi e situazioni, risulta perciò molto difficile sintettizzarne il contenuto per cui mi avvalgo dell'aiuto di wikipedia nell'analizzare le storie dei vari personaggi.
Frank T.J. Mackey (Tom Cruise), autore di "Seduci e Distruggi", programma in cui Mackey insegna a uomini normali come rimorchiare bionde mozzafiato, la sua mentalità corrotta e il profondo odio verso il vecchio padre morente ne tracciano un profilo molto particolare. Linda Partridge (Julianne Moore), moglie di un malato terminale di cancro ai polmoni e al cervello, vive l'agonia del marito nella depressione per i dispiaceri procuratigli, vuole che il testamento le tolga i soldi che le spettino perché devastata dal senso di colpa, scopre di amare l'uomo solo in punto di morte, è la matrigna di Frank. "Quiz Kid" Donnie Smith (William H. Macy), vecchio concorrente di "What do Kids Know?", grazie al quale guadagnò ingenti somme di denaro, si ritrova adesso senza lavoro, è in procinto di mettersi l'apparecchio per i denti, segno inequivocabile della sua crisi d'identità. Stanley Spector (Jeremy Blackman), attuale concorrente a "What Do Kids Know?", al quale partecipa solo perché spinto dal padre, che punta a guadagnare più denaro possibile grazie al figlio. Capirà il senso di solitudine che lo circonda e si metterà in gioco per dimostrare di essere capace di sapere cosa vuole. Phil Parma (Philip Seymour Hoffman), badante di un malato terminale di cancro, la sua bontà d'animo e la sua facile manipolabilità lo cacceranno in situazioni alquanto imbarazzanti, è uno dei personaggi più statici, ma anche dai migliori sentimenti. Claudia Wilson Gator (Melora Walters), figlia del noto conduttore di "What Do Kids Know?", il rapporto col suddetto è turbolento. Lei non lascia che egli le si avvicini perché ricorda di essere stata molestata. Sniffa grandi quantità di cocaina, l'insicurezza è ciò che più colpisce di lei, l'incontro con un poliziotto le farà riscoprire il senso della vita. Jimmy Gator (Philip Baker Hall), conduttore di "What Do Kids Know?", scopre di avere 2 mesi di vita a causa di un tumore alle ossa, negli ultimi giorni della sua vità confesserà alla moglie di averla tradita più volte e di aver molestato la figlia. Distrutto dal senso di colpa tenterà il suicidio. Earl Partridge (Jason Robards), vecchio magnate del mondo dello spettacolo, malato terminale di cancro ai polmoni e al cervello, è l'attuale marito di Linda, scoprirà di aver buttato tutto ciò che di buono aveva: il figlio, la prima moglie, e come ultimo desiderio esprimerà di poter rivedere il figlio Frank. Jim Kurring (John C. Reilly), poliziotto divorziato che passa le giornate lavorative con quel senso di perenne incompiuto che lo tormenta. L'incontro con Claudia gli farà riscoprire il sapore della vita.
recensione:
ho rimandato la visione di questa pellicola per moltissimo tempo, senza particolari ragioni... avevo letto e sentito recensioni molto positive a riguardo e volevo dedicare al film il tempo e la concentrazione che ritenevo meritasse.
posso dire con soddisfazione che Magnolia entra a pieno titolo tra le pellicole che preferisco.
è una storia forte che rimane, una narrazione mai scontata.
ho avuto modo di beneficiare della visione dell'uso di particolari tecniche di regia a me molto care, spesso utilizzate anche da Tarantino e da molti della sua generazione, capaci di creare nello spettatore un continuo stato di irrequietezza e nervosismo fin dalle prime scene.
la narrazione non è caratterizzata dal classico schema facilmente riscontrabile nella maggior parte delle piccole; consistente nel lineare raccordo di elementi in grado di dare una certa coerenza allo sviluppo del racconto. volendo utilizzare una metafora non ci troviamo nella parte bassa dell'onda nell'attesa di ritrovarci sulla cresta, siamo catapultati direttamente nella tempesta.
questa storia non ha un crescendo d'intensità... è impetuosa fin da subito!
è immediata la costatazione che ci si trova davanti alla rappresentazione di esperienze di vita che hanno già subito una maturazione, alle quali non rimane altro che attendere l'epilogo inesorabile... forse tragico, forse no, sicuramente inaspettato.
la morale è molto semplice quanto vera e reale, e cioè che senza affrontare i fantasmi del passato, senza ammettere le proprie debolezze si può andare avanti solo attraverso affanni e finti successi. solo quando tutto il marcio viene fuori si può tornare a vivere pienamente.
Anderson porta sotto i riflessioni storie di disperati, di persone essenzialmente molto deboli ed insicure che hanno trovato il peggior modo per nascondere e tentare di dimenticare le proprie sofferenze ed i propri dolori.
la sceneggiatura è affascinante persino le imprecazioni sembrano avere senso nelle frasi dei protagonisti.
ottimo il montaggio, in grado di depistare lo spettatore per poi divertirsi a ritrovarlo quando oramai è imprigionato nella tela degli eventi.
il cast è eccezionale e gli interpreti risutano essere tutti in grado di lasciare una personale visione del modo in cui hanno potuto approcciarsi a simili testimonianze di vita.
sono rimasta particolarmente colpita dall'uso che viene fatto della straordinaria colonna sonora, (magnifica la scena in cui tutti gli attori cantano dei versi di "wise up"); e dall'uso di determinati fenomeni naturali come la pioggia di rane... evento risolutivo e "calmante" del complesso evolversi degli eventi, segno tangibile che una semplice pioggia o temporale non sarebbero stati in grado di riportare l'ordine in quelle vite tanto ingarbugliate.
oggi voglio lasciarvi in ocmpagnia di una straodinaria canzone italiana, mi ha accompagnato un pò di tempo fa, mi ha fatto molta compagnia e mi ha insegnato tanto!
buon ascolto, ecco a voi "la cura" di Franco Battiato
testo: "la cura" di Franco Battiato
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via. Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore, dalle ossessioni delle tue manie. Supererò le correnti gravitazionali, lo spazio e la luce per non farti invecchiare. E guarirai da tutte le malattie, perché sei un essere speciale, ed io, avrò cura di te. Vagavo per i campi del Tennessee (come vi ero arrivato, chissà). Non hai fiori bianchi per me? Più veloci di aquile i miei sogni attraversano il mare.
Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza. Percorreremo assieme le vie che portano all'essenza. I profumi d'amore inebrieranno i nostri corpi, la bonaccia d'agosto non calmerà i nostri sensi. Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto. Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono. Supererò le correnti gravitazionali, lo spazio e la luce per non farti invecchiare. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te... io sì, che avrò cura di te.
era da parecchio che non vi lasciavo un posto tra gli appunti del journal.
non che le idee mi siano mancate, il problema è che non sapevo bene come poterle argomentare senza entrare troppo nel personale...
devo dire che ancora non sono in grado di poterlo fare, ma avevo comunque voglia di lasciare un piccolo pensiero, perchè io sono profondamente convinta che certe esperienze di vita siano comuni a molti.
certe frasi possono evocare momenti molto importanti nella vita di ciascuno.
la frase che mi sento di lasciare oggi, è quella che trovate nel titolo di questo intervento.
volevo allegare anche delle immagini, ma non sono stata in grado di trovare nulla di sufficientemente efficace, lascio libera interpretazione!!!
nonostante l'apparente inutilità di questo intervento, sono nascosti profondi significati; almeno dal mio punto di vista!
è una sorta di promemoria!
dopotutto avevo già avvertito che questa parte del blog dedicata alle riflessioni personali sarebbe valso da "sfogo"!