venerdì 23 gennaio 2009

A Beautiful Mind


Titolo originale: A Beautiful Mind
Paese: Stati Uniti
Anno: 2001
Durata: 136'
Colore: colore
Audio: sonoro
Rapporto: 1.78:1
Genere: drammatico, biografico
Regia: Ron Howard
Soggetto: Sylvia Nasar
Sceneggiatura: Akiva Goldsman
Casa di produzione: Universal Pictures, DreamWorks SKG, Imagine Entertainment

Interpreti e personaggi
Russell Crowe: John Nash
Jennifer Connelly: Alicia Nash
Ed Harris: William Parcher
Paul Bettany: Charles Henman
Adam Goldberg: Richard Sol
Christopher Plummer: dottor Rosen
Josh Lucas: Martin Hansen
Austin Pendleton: Thomas King
Judd Hirsch: professor Helinger

Episodi:
Fotografia: Roger Deakins
Montaggio: Mike Hill, Daniel P. Hanley
Musiche: James Horner
Scenografia: Leslie Rollins

Premi:
4 Oscar 2002: "miglior film", "miglior regia", "miglior sceneggiatura non originale" e "miglior attrice non protagonista" (Jennifer Connelly)
4 Golden Globe 2002
BAFTA alla migliore attrice non protagonista a Jennifer Connelly

storia:

John Nash, genio matematico, entra all'università di Princeton con una borsa di studio. Dimosta di essere uno studente particolare: non segue i corsi ma si dedica alla ricerca di un'idea originale che gli permetta di ottenere una laurea e di rivoluzionare il mondo della matematica.
Ci riesce, il suo genio gli permetterà di lavorare anche per l'esercito in qualità di decifratore di codici segreti.
inizia anche ad insegnere a tra i suoi alunni vi è anche Alicia che diventerà sua moglie.
John, però è affetto da schizofrenia: nella sua mente prendono vita personaggi che non esistono nella realtà.
Viene sottoposto a pesanti cure tra cui persino l'elettroshock...

recensione:

A mio avviso il più bel film di Ron Howard.
la pellicola è straordinariamente commuovente, la storia appassionante, la sceneggiatura indimenticabile, la colonna sonora trascinante (clicca qui per visionare il post relativo alle musiche del film).
Gli interpreti regalano performance di altissimo livello, primi fra tutti i due protagonisti, Russel Crowe e Jennifer Connelly.
Quello che indubbiamente affascina lo spettatore è la rappresentazione così poetica della vita di John Nash.
Lo spettatore che non è informato sulla vita del matematico, non conosce la storia di conseguenza non immagina che Nash sia schizzofrenico.
Rimane prigioniero delle continue testimonianze del genio di John.
Non è immaginabile che una mente così acuta, così elaboriosa possa essere anche covo di incredibili allucinazioni.
Lo spettatore quasi prende parte al dramma, accompagna Nash alla scoperta del suo male; spera con lui che alla fine di tanta sofferenza in matematico riesca a dimostrare la veridicità di ciò che vede; quei personaggi li ha visti anche lui, vi si è affezionato alla stessa maniera con cui si è affezionato a tutte le altre presenze del film.
Scoprire che tutto ciò in cui si è creduto non è altro che frutto della pazzia fa soffrire.
Il declino, la derisione, il non essere considerato normale, il non poter avere la mente attiva a ricevere informazioni, il non poter trovare le soluzioni a problemi è sintomo di una costante frustrazione che accompagna l'esistenza di Nash per molto tempo.
Il film, inoltre è anche un profondo omaggio al sentimento più forte, l'amore.
La storia di Alicia e John è intensa, potente.
Lei non lo abbandona mai, nemmeno nel momento più buio della loro convivenza.
Alicia è l'unica a credere nelle capacità del marito quando il resto del mondo gli chiude le porte in faccia; è lei che dandogli fiducia, credendo in lui riesce a fargli riprendere a vivere... a lei lui dedicherà il nobel che meritatamente gli sarà consegnato nel 1994.

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