martedì 24 luglio 2012

ciò che non si vede sembra non esistere.


salve stranieri,
come mi è capitato di fare per alcuni post precedenti, mi permetto di suggerirvi la colonna sonora per la lettura.




si tratta della stessa musica che ho ascoltato (ripetutamente) mentre scrivevo questa breve pagina di diario. 
spero possiate apprezzare.
si tratta di una piccola parte della colonna sonora di "In The Mood For Love" di Wong Kar-wai. 
un regista di cui conosco interamente la filmografia e che ritengo essere tra i maestri del cinema mondiale.
ma di questo argomento parleremo prossimamente in un post dedicato.
tornando alle riflessioni serali.

è proprio vero, ciò che non si vede sembra non esistere; ciò che non si racconta sembra non avvenire.

inutile dire invece che non è affatto così! 
spesso quello che non si vede ha una dimensione, un equilibrio tutto suo.
le persone che non scrivono dove tutti possono leggere, non è detto che non scrivano affatto. 
le persone che non si vedono in un posto affollato, non è detto che non vadano altrove.
anche se non ci sono spettatori a "certificare" un avvenimento, tutto avviene ed esiste ugualmente. 

a volte le apparenze fanno comodo, altre volte sono quanto mai fastidiose. 
ti ritrovi ad essere protagonista di storie che non hai mai vissuto e che hanno scritto per te gli altri. 
il passaparola, i commenti sconnessi e le fantasie affascinanti si trasformano in sceneggiature che non sono mai state recitate. 

il privato è sempre più difficile da comprendere.
per esempio, osservo sempre con curiosità gli stati che vengono pubblicati sui social network. 
sono sempre più numerose le persone che rendono palesi i propri stati d'animo. 
che provano sollievo solo quando raccontano le proprie vicende personali. 
sempre più spesso leggo di episodi tristi, raramente di eventi felici.
il confine tra quello che è pubblico e privato si fa sempre più sottile, talvolta scompare.

non sempre riesco a cogliere le reali ragioni che spingono una persona a divulgare ciò che apparentemente sembra essere tanto personale.
forse è per sfogarsi, forse è per attirare l'attenzione, forse è per solitudine, forse è per arrivare a tanti, forse è per arrivare ad uno. 

non ho ancora trovato una risposta.
ma forse mi sbaglio, forse non si tratta di faccende private. 
forse sono solo piccoli accenni a cose che si desidera far conoscere al prossimo di poca importanza.
dopotutto ognuno ha i propri parametri di segretezza.
forse è per questo che alcune cose che alcuni tendono a celare, altri ne fanno argomento di facile conversazione.

gli esseri umani hanno la capacità di vomitare i propri sentimenti sulle cose inanimate.
l'affetto donato ad un peluche, i valori sentimentali riservati alle cose, i propri struggimenti divulgati nel cyberspazio.
forse è più facile che indirizzarli a chi ci è intorno. il rischio di farsi male è notevolmente inferiore.
questa sembra essere l'era dei facili sentimenti.
insieme al fast food sembrano essere arrivati i "fast feelings".
fa molto più "figo" fingere indifferenza e superficialità piuttosto che trasmettere reale interesse verso qualcuno.
si spera di salvare se stessi non investendo realmente i propri sentimenti. 
la verità è che certi struggimenti sono inevitabili.
è più forte e coraggioso chi sceglie di mettersi in gioco.

ma allora perché ci si finge tanto distaccati e freddi? 
difficile trovare una risposta.

queste sono le mie solite riflessioni serali che mi diverto a condividere con voi navigatori instancabili. 
alla prossima. 





2 commenti:

  1. Seguo sempre con molto piacere il tuo blog, ma questo post mi ha particolarmente colpito. Mi ci sono rivisto, purtroppo o per fortuna, nell'ultima parte. È più facile confessarsi con degli estranei o ad una comunità indistinta, piuttosto che con persone che ci conoscono e che ci sono più intime. Come hai detto, si ha paura di farse del male.
    Grazie Annie

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    Risposte
    1. grazie a te, felice di leggere il tuo commento! :) alla prossima

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