sabato 28 febbraio 2009

Cocktail


Titolo originale: Cocktail
Paese: USA
Anno: 1988
Durata: 103'
Colore: colore
Audio: sonoro
Genere: drammatico, commedia
Regia: Roger Donaldson
Soggetto: Heywood Gould
Sceneggiatura: Heywood Gould
Interpreti e personaggi
Tom Cruise: Brian Flanagan
Bryan Brown: Douglas 'Doug' Coughlin
Elisabeth Shue: Jordan Mooney
Lisa Banes: Bonnie
Laurence Luckinbill: Richard Mooney
Kelly Lynch: Kerry Coughlin
Gina Gershon: Coral

Fotografia: Dean Semler
Montaggio: Neil Travis
Musiche: Maurice Jarre

trama
Brian un giovane ragazzo in cerca di fortuna trova lavoro come barista in un locale dove conosce Doug.
I due stringono amicizia e sognano di poter aprire un bar insieme.
il loro accordo va a monte quando Doug sembra condividere con Brian persino la sua donna.
i due amici sono destinati ad incontrarsi tempo dopo. Brian continua a lavorare come bartender mentre Doug avendo sposato una donna con molti soldi si dedica alla bella vita...

recensione
alla fine degli anni ottanta stava sorgendo una delle stelle più luminose del panorama Hollywodiano...

l'unico problema è che a volte la luce sembra sparire per lasciare spazio a pellicole a dir poco inutili...

tutto il film sembra essere un lungo spot pubblicitario.

la trama è spesso sconnessa, caratterizzata da una serie di eventi scollegati tra loro.

la componente drammatica è utilizzata in modo patetico senza avere ne capo ne coda.

una specie di Coyote Ugly al maschile con la differenza che questa volta la pellicola sembra campata in aria.


trailer

The Blower's Daughter

salve stranieri!

fresca della visione di "Closer" per, credo, la ventesima volta, oltre alla scheda con trama e recensione (vedi post relativo al film: Closer) ho deciso di postare anche una canzone che fa parte della colonna sonora del film...

adoro questo pezzo, mi ha accompagnato per moltissimo tempo.

si tratta della canzone utilizzata sia all'inizio che alla fine della pellicola...
fa da sottofondo alla camminata in slow motion della bellissima Natalie Portman.

ps: il mio "salve stranieri" presente in quasi tutti i miei interventi qui sul blog, è ispitato proprio al film, dove i protagonisti si dilettano a chiamare i propri affetti "stranger"...

ecco a voi "the blower's daughter" di Damien Rice



ecco a voi il testo

Damien Rice - "The Blower's Daughter

And so it is
Just like you said it would be
Life goes easy on me
Most of the time
And so it is
The shorter story
No love, no glory
No hero in her skies

I can't take my eyes off you
I can't take my eyes off you
I can't take my eyes off you
I can't take my eyes off you
I can't take my eyes off you
I can't take my eyes...

And so it is
Just like you said it should be
We'll both forget the breeze
Most of the time
And so it is
The colder water
The blower's daughter
The pupil in denial

I can't take my eyes off you
I can't take my eyes off you
I can't take my eyes off you
I can't take my eyes off you
I can't take my eyes off you
I can't take my eyes...

Did I say that I loathe you?
Did I say that I want to
Leave it all behind?

I can't take my mind off you
I can't take my mind off you...
I can't take my mind off you
I can't take my mind off you
I can't take my mind off you
I can't take my mind...
My mind...my mind...
'Til I find somebody new

venerdì 27 febbraio 2009

Closer


Titolo originale: Closer
Paese: USA
Anno: 2004
Durata: 104 min
Colore: colore
Audio: sonoro
Rapporto: 1.85:1
Genere: drammatico, romantico
Regia: Mike Nichols
Soggetto: Patrick Marber (opera teatrale)
Sceneggiatura: Patrick Marber

Interpreti e personaggi
Julia Roberts: Anna
Jude Law: Dan
Natalie Portman: Alice
Clive Owen: Larry
Nick Hobbs: tassista
Colin Stinton: ufficiale alla dogana
Fotografia: Stephen Goldblatt
Montaggio: John Bloom, Antonia Van Drimmelen
Effetti speciali: Stuart Brisdon
Musiche: Steven Patrick Morrissey + AA. VV.
Scenografia: Tim Hatley

Premi:
2 Nomination all'Oscar: "miglior attore non protagonista" (Clive Owen), "migliore attrice non protagonista" (Natalie Portman)
2 Golden Globe: "miglior attore non protagonista" (Clive Owen), "migliore attrice non protagonista" (Natalie Portman)
BAFTA al miglior attore non protagonista a Clive Owen

trama
Dan, un giovane giornalista, incontra Alice mentre si reca a lavoro...
i due poco dopo iniziano una convivenza.
durante un servizio fotografico, Dan si innamora a prima vista della fotografa, Anna, che in un primo momento sembra non cedere alle avances dell'uomo.
Dan ossessionato da Anna, in una sex chat si spaccia per la donna dando appuntamento al Dott. Larry all'acquario di Londra.
il caso vuole che Anna si trovi realmente all'acquario quando Larry si reca all'appuntamento...

recensione
"Disarmante" è l'eufemismo che Dan utilizza per descrivere Alice...

io ritengo possa essere adatto a rendere perfettamente quello che questa pellicola vuole rappresentare!

non è la prima volta che Mike Nichols è in grado di strabiliare lo spettatore senza utilizzare effetti speciali.

la sceneggiatura è un fiume in piena, perfettamente incastrata in una trama altrettanto travolgente.

Closer è una pellicola che sa far riflettere.
mette in gioco tutte le insicurezze e le frustrazioni che caratterizzano i rapporti sentimentali...

la volubilità di ciò che appare travolgente è protagonista delle intemperanze dei quattro personaggi principali...

non c'è nessun vincitore nel tradimento se non per chi ama davvero!
il dolore non risparmia nessuno ma solo chi investe se stesso riesce a trovare l'indipendenza...

Clive Owen e Natalie Portman sono la vera scoperta del film...

in nessun'altra pellicola possono vantare una performance di tale livello...

bellissima anche l'apertura e la chiusura del film, (con sottofondo musicale la bellissima the blower's daughter) apparentemente simile, ma colma di diversità, dovuta all'evoluzione della trama...
Alice è l'unica che ama davvero, ed è l'unica che può scegliere di non amare più...

la tag line (originale) è il riassunto perfetto per questa pellicola:

"If you believe in love at first sight, you never stop looking."

sembra voler suggerire un consiglio atto ad allertare che tutto ciò che arriva dal nulla e all'improvviso, scompare dal nulla e all'improvviso...

la colonna sonora si rivela essere l'ennesima scelta giusta per un film che sembra non avere punti deboli!

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giovedì 26 febbraio 2009

Chicago


Paese: Stati Uniti d'America
Anno: 2002
Durata: 113'
Colore: colore
Audio: sonoro
Rapporto: 1,85:1
Genere: musical
Regia: Rob Marshall
Soggetto: Bob Fosse, Fred Ebb Maurine, Dallas Watkins
Sceneggiatura: Bill Condon
Produttore: Martin Richards

Interpreti e personaggi
Renée Zellweger: Roxie Hart
Catherine Zeta-Jones: Velma Kelly
Richard Gere: Billy Flynn
Queen Latifah: "mama" Morton
John C. Reilly: Amos Hart
Christine Baranski: Mary Sunshine
Lucy Liu: Go-To-Hell Kitty
Taye Diggs: Leader della band
Dominic West: Fred Casley
Mýa Harrison: Mona
Fotografia: Dion Deebe
Montaggio: Martin Walsh
Effetti speciali: Film Effects Inc., Ted Ross, Toybox
Musiche: Danny Elfman
Scenografia: Johnny Myhre
Costumi: Colleen Atwood

Premi:
Oscar al miglior film del 2003
Golden Globe per il miglior film commedia o musicale
BAFTA alla migliore attrice non protagonista a Catherine Zeta-Jones
National Board of Review Awards 2002: miglior regista esordiente

trama
Roxie Hart sogna di diventare una stella del cabaret, ma si ritrova ad in carcere con l'accusa di aver ucciso il suo amante che le aveva promesso di renderla famosa...
in carcere stringe amicizia con altre assassine ed il suo caso diventa popolarissimo e seguitissimo dai giornalisti.
la sua fama improvvisa non è altro che il frutto di una costruzione operato dal suo avvocato senza scrupoli...

recensione

riflettori, lustrini, cabaret, musiche trascinati ed interpretazioni coinvolgenti sono gli ingredieti principali di Chicago.

non sempre i musicals sono in grado di riuscire a tenere alta l'attenzione del pubblico.

con questo film non si corre affatto il pericolo di rimanere delusi o annoiati...

il ritmo incalzante, la regia che ripropone l'attenzione al dettaglio tipico del video clip musicale è avvolgente e ci si ritrova ad assistere ad uno spettacolo anni venti modernizzato.

l'oscar al miglior film è meritatissimo.

la trama scorre senza intoppi contagiando a ritmo del jazz.

la cosa che in assoluto mi ha lasciato sopresa sono state le interpretazioni degli attori!!!

Catherine Zeta-Jones è favolosa, sembra essere nata per fare cabaret; la sua Velma Kelly è indimenticabile.
Renee Zellweger non è da meno e prestando a Roxie il suo volto e la sua apparente fragilità.
Richard Gere è l'elemento sorpresa per eccellenza: canta e balla il tip tap dando l'impressione di non aver fatto altro nella vita.

che altro aggiungere... direi che Chicago è sicuramente uno dei musicals portati al cinema che preferisco!

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martedì 24 febbraio 2009

Casablanca


Titolo originale: Casablanca
Paese: Stati Uniti d'America
Anno: 1942
Durata: 102 min
Colore: B/N
Audio: RCA Sound System
Rapporto: 1.33:1
Genere: drammatico, romantico
Regia: Michael Curtiz
Soggetto: Murray Burnett, Joan Alison (opera teatrale)
Sceneggiatura: Julius J. Epstein, Philip G. Epstein, Howard Koch

Interpreti e personaggi
Humphrey Bogart: Rick Blaine
Ingrid Bergman: Ilsa Lund Laszlo
Paul Henreid: Victor Laszlo
Claude Rains: Capitano Louis Renault
Conrad Veidt: Maggiore Heinrich Strasser
Sydney Greenstreet: Signor Ferrari
Peter Lorre: Guillermo Ugarte
S.Z. Sakall: Carl
Madeleine LeBeau: Yvonne
Dooley Wilson: Sam
Joy Page: Annina Brandel
John Qualen: Berger
Leonid Kinskey: Sascha
Frank Puglia: venditore arabo

Doppiatori italiani:
Bruno Persa: Humphey Bogart
Giovanna Scotto: Ingrid Bergman
Ennio Cerlesi: Paul Henreid
Amilcare Pettinelli: Claude Rains
Nino Pavese: Conrad Veidt
Mario Besesti: Sydney Greenstreet
Cesare Polacco: Dooley Wilson
Giorgio Bassanelli: John Qualen
Alberto Sordi: Borseggiatore

Fotografia: Arthur Edeson
Montaggio: Owen Marks
Effetti speciali: Lawrence W. Butler
Musiche: M.K. Jerome, Jack Scholl, Max Steiner (musiche originali), Herman Hupfeld ("As Time Goes By")
Scenografia: Carl Jules Weyl

Premi:
3 Oscar 1944: miglior film, miglior regia e miglior sceneggiatura

trama
Rick gestisce un locale a Casablanca durante la seconda guerra mondiale.
inaspettatamente un giorno fa ingresso nel locale Victor Laszlo con la moglie, Ilsa.
la donna e Rick si erano conosciuti ed innamorati anni prima a Parigi.
Ilsa era convinta che il marito fosse morto in un campo di concentramento...

recensione
essendo nata negli anni ottanta, è stato inizialmente molto difficile approcciarmi ad un film del genere.

la prima volta che lo vidi rimasi piuttosto delusa.
avevo letto recensioni che inneggiavano ad uno dei film più belli della storia del cinema ed io mi trovavo di fronte ad una pellicola che a tratti mi annoiava...

è proprio vero che spesso fermarsi alla prima visione potrebbe rivelarsi insufficiente.

i film a sfondo storico hanno sempre una marcia in più, e mi riferisco anche al giudizio della critica che tende ad avere un occhio di riguardo per le pellicole che riportano alla mente avvenimenti storici anche molto dolorosi...

nel caso di Casablanca l'ambientazione storica è funzionale alla storia, in un altro periodo non avrebbe potuto avere lo stesso impatto... i due protagonisti probabilmente non si sarebbero mai incontrati...

la sceneggiatura e la colonna sonora sono memorabili.
se si ha modo di vedere il film in lingua originale è possibile apprezzare con maggiore intensità i dialoghi.

cosa poter mai dire del cast...
Bogart è la perfetta rappresentazione dell'uomo che non deve chiedere mai, ma in grado di amare, di commuoversi e di regalare dolcezza.
le giacche anni quaranta, la sigaretta appoggiata sempre ai lati della bocca e gli occhi tristi fanno di Rick un personaggio riconoscibile tra mille.
la Bergman, bellissima come sempre, esprime eleganza, dolcezza ma allo stesso tempo anche saggezza.

il finale del film è forse il momento "forse" più inaspettato e più meditativo di tutta la storia.

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lunedì 23 febbraio 2009

Buon Compleanno Mr.Grape


Titolo originale: What's Eating Gilbert Grape
Paese: Stati Uniti
Anno: 1993
Durata: 118'
Colore: colore
Audio: sonoro
Genere: drammatico, commedia
Regia: Lasse Hallström
Soggetto: Peter Hedges
Sceneggiatura: Peter Hedges

Interpreti e personaggi
Johnny Depp: Gilbert Grape
Leonardo Di Caprio: Arnie Grape
Juliette Lewis: Becky
Mary Steenburgen: Betty Carver
Darlene Cates: Bonnie Grape
Laura Harrington: Amy Grape
John C. Reilly: Tucker Van Dyke
Crispin Glover: Bobby McBurney

Fotografia: Sven Nykvist
Montaggio: Andrew Mondshein
Musiche: Alan Parker, Björn Isfält

Premi:
National Board of Review Awards 1993: miglior attore non protagonista (Leonardo DiCaprio)

trama
Gilbert Grabe vive con la sua famiglia nella città di Endora.
nonostante sia ancora un ragazzo, si occupa constantemente del fratello minore Arnie, mentalmente ritardato.
il padre di Gilbert è andato via di casa abbandonando la famiglia 17 anni prima e la madre è chiusa in casa da anni, affetta da obesità.
Gilbert ha anche due sorelle che si occupano della casa e di tutti i lavori domestici necessari per tirare avanti una famiglia...
l'arrivo in città di Becky porterà una ventata di novità e sollievo nella vita del ragazzo...

recensione
amo definire questo film "invisibile"...

così come tutte le pellicole che raccontano le vicende di eroi inediti.

Buon Compleanno Mr Grape narra la storia di tutti coloro che nella vita hanno sempre lottato ma che non vengono osannati come gli eroi a cui siamo abituati...

la pellicola trasmette serenità ed amore per quello che la vita regala giorno dopo giorno instaurando una sensazione di pace che si trasforma in voglia di non voler vedere mai l'arrivo dei titoli di coda.

Johnny Deep, bravo come sempre, è in grado di regalare a Gilbert la giusta sensibilità necessaria a delineare il fascino del personaggio.
l'interprete che indubbiamente suscita maggiore ammirazione è Leonardo DiCaprio che ancora teenager dà prova di essere uno dei migliori attori contemporanei.
la sua recitazione gli ha permesso di essere nominato agli Oscar come migliore attore non protagonista.

la pellicola, "silenziosamente forte", porta a galla lo sforzo e la frustrazione di quelle persone che sono costrette a crescere troppo in fretta, ma che non possono dimenticare di essere ancora nel pieno della giovinezza e quindi ancora immaturi.

nessuno è infallibile, questa presa di coscienza comporta la possibilità di poter scegliere che strada prendere nella propria vita ricordando che non sempre le resposabilità comportano il sacrificio.

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domenica 22 febbraio 2009

Basic Instinct


Titolo originale: Basic Instinct
Paese: USA/Francia
Anno: 1992
Durata: 127'
Colore: colore
Audio: sonoro
Rapporto: 2.35:1
Genere: thriller, erotico
Regia: Paul Verhoeven
Soggetto: Joe Eszterhas
Sceneggiatura: Joe Eszterhas

Interpreti e personaggi
Michael Douglas: Detective Nick Curran
Sharon Stone: Catherine Tramell
George Dzundza: Gus Moran
Jeanne Tripplehorn: Dottoressa Beth Garner
Leilani Sarelle: Roxy
Daniel von Bargen: Marty Nielsen
Denis Arndt: Tenenete Philip Walker
Stephen Tobolowsky: Dottor Lamott
Dorothy Malone: Hazel Dubkins
James Rebhorn: Dottor McElweine

Doppiatori italiani:
Oreste Rizzini: Detective Nick Curran
Cristiana Lionello: Catherine Tramell
Marcello Tusco: Gus Moran
Laura Boccanera: Dottoressa Beth Garner
Mavi Felli: Roxy
Giancarlo Maestri: Marty Nielsen
Gianni Bonagura: Tenenete Philip Walker
Roberto Pedicini: Dottor Lamott
Angiolina Quinterno: Hazel Dubkins
Sergio Di Giulio: Dottor McElweine

Fotografia: Jan de Bont
Montaggio: Frank J. Urioste
Effetti speciali: Rob Bottin, John Frazier, Bruce Y. Kuroyama, Steve Riley, James D. Schwalm, Rusell Shinkle, Roland Blancaflor, Becky Ochoa
Musiche: Jerry Goldsmith
Scenografia: Anne Kuljian

Premi:
MTV Movie Awards 1993 Miglior performance femminile, attrice più attraente.

trama
il detective Nick Curran è chiamato ad indagare sull'omicidio di un ex musicista.
i sospetti ricadono su Catherine Tramell una giovane ed affascinante scrittice di gialli...

recensione
Basic Instinct è un thriller che ha fatto storia.
la Stone ha dato vita ad uno dei personaggi più sexy della storia del cinema, protagonista di alcune scene ad altissimo tasso erotico... e pensare che quando il film uscì nelle sale, il nome dell'attrice non apparve neppure sulla locandina.

la trama, apparentemente semplice e lineare, è in grado di tenere lo spettatore imprigionato come una mosca sulla tela di un ragno, giocando con l'ambiguità e le forti personalità dei personaggi della storia.

ho molto apprezzato la regia, vera colpevole di rendere questa pellicola irresistibile.

il cast è di ottimo livello sia per quanto riguarda gli attori protagonisti che non.

la colonna sonora seppur non memorabile è adatta all'ambientazione e non è mai invadente.

l'atmosfera del film ha un non so che di europeo, forse dovuto all'origine del regista oppure magari dovuta all'utilizzo degli stupendi abiti di Cerruti indossati da Douglas e Stone.

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sabato 14 febbraio 2009

Chanel - rouge noir

il recente ripasso del film "Pulp Fiction" mi ha fatto venire in mente un accessiorio, se così lo si può definire, che senza ombra di dubbio merita di essere ricordato nella mia rubrichetta dedicata ai "fashion items".

si tratta del bellissimo smalto indossato dall'affascinante Uma Thurman nei panni di Mia Wallace.

il suo modo di muoversi e di atteggiarsi nel film ha fortemente condizionato la moda di quel periodo.

molte donne cominciarono a mantenere la propria sigaretta irrigidendo l'indice e il medio proprio come faceva la Thurman.

senza dubbio, merito del suo stile è aiutato da uno stupendo colore delle unghie regalatole dallo smalto per unghie "rouge noir" di Chanel.

ammetto di non essere rimasta immune a tale fascino.

tempo fa mi procurai questo smalto, anche perchè in effetti è un ever green e dona realmente una bellissima tinta alle unghie...

tutta la mano ne acquista eleganza (se indossato come si deve!!!)

un piccolo accorgimento... chi ha le dita corte in generale smalti scuri non dovrebbe usarne, dato che in generale le tinte scure rendono le dita ancora più corte...

detto questo vi saluto... alla prossima!!!

giovedì 12 febbraio 2009

Pulp Fiction


Titolo originale: Pulp Fiction
Lingua originale: inglese
Paese: USA
Anno: 1994
Durata: 154'
Colore: colore
Audio: sonoro
Rapporto: 2.35 : 1
Genere: commedia, drammatico
Regia: Quentin Tarantino
Soggetto: Quentin Tarantino, Roger Avary
Sceneggiatura: Quentin Tarantino
Produttore: Lawrence Bender
Produttore esecutivo: Danny DeVito
Casa di produzione: A Band Apart, Jersey Films, Miramax Films
Distribuzione (Italia): Cecchi Gori Group

Interpreti e personaggi
John Travolta: Vincent Vega
Samuel L. Jackson: Jules Winnfield
Tim Roth: Zucchino
Amanda Plummer: Coniglietta
Bruce Willis: Butch Coolidge
Ving Rhames: Marsellus Wallace
Uma Thurman: Mia Wallace
Harvey Keitel: sig. Wolf
Christopher Walken: capitano Koons
Eric Stoltz: Lance
Rosanna Arquette: Jody
Quentin Tarantino: Jimmie Dimmick
Maria de Medeiros: Fabienne
Duane Whitaker: Maynard
Peter Greene: Zed
Angela Jones: Esmeralda Villalobos
Paul Calderon: Paul
Stephen Hibbert: lo "storpio"
Julia Sweeney: Raquel

Doppiatori italiani:
Claudio Sorrentino: Vincent Vega
Luca Ward: Jules Winnfield
Massimo Lodolo: Zucchino
Antonella Rinaldi: Coniglietta
Mario Cordova: Butch Coolidge
Eugenio Marinelli: Marsellus Wallace
Loredana Nicosia: Mia Wallace
Pietro Biondi: sig. Wolf
Carlo Sabatini: capitano Koons
Mauro Gravina: Lance
Roberta Paladini: Jody
Luciano Roffi: Jimmie Dimmick
Claudia Razzi: Fabienne

Fotografia: Andrzej Sekuła
Montaggio: Sally Menke
Musiche: AA. VV.
Tema musicale: Misirlou (Dick Dale & His Del-Tones)
Scenografia: David Wasco
Costumi: Betsy Heimann
Trucco: Greg Nicotero

Premi:
Palma d'Oro al Festival di Cannes 1994
1 Oscar 1995: miglior sceneggiatura originale
1 Golden Globe 1995: miglior sceneggiatura
2 National Board of Review Awards 1994: miglior film, miglior regista
4 Independent Spirit Awards 1995: miglior film, miglior attore protagonista (Samuel L. Jackson), miglior regista, miglior sceneggiatura
2 MTV Movie Awards 1995: miglior film, miglior sequenza di ballo
2 BAFTA 1995: miglior attore non protagonista (Samuel L. Jackson), miglior sceneggiatura originale
2 David di Donatello 1995: miglior film straniero, miglior attore straniero (John Travolta),
oltre trenta altri trofei internazionali

trama
tre episodi, non montati in oridne cronologico:
- La situazione "Bonnie"
- Vincent Vega e la moglie di Marsellus Wallace
- L'orologio d'oro
tutti connessi tra loro.

recensione
cos'è pulp?
la tag line che compare sullo schermo nella prima scena del film pare voler risolvere l'arcano mistero citando così:
"pulp /'p&l/ n. 1. A soft, moist, shapeless mass of matter."
eppure questa spiegazione non soddisfa.

per capire realmente cosa è pulp, è necessario vedere Pulp Fiction!

Tarantino trasforma in immagini ciò che le parole non riescono a definire con efficacia, regalandoci una delle più belle pellicole mai prodotte.

l'aggettivo che viene in mente con maggiore frequenza quando si ha modo di vedere e rivedere questa pellicola è GENIALE!

la regia è superlativa, Tarantino dirige sapientemente un film in cui nulla viene lasciato al caso, le scene sono frutto di uno studio, di una sperimentazione e soprattutto di una mente satura di cinema fino all'ultima cellula.

la pellicola sembra essere percorsa da un filo invisibile che non si limita soltanto a mettere insieme i tre episodi della trama, ma costituisce un vero e proprio baluardo stilistico che rende riconoscibilissimo lo stile di Tarantino.

questo straordinario regista è stato in grado creare un modo di intendere il cinema del tutto nuovo proponendo qualcosa che non era mai stato visto prima.
dopo Tarantino il cinema ha subito una notevole espansione stilistica;
il cineasta è un vero "maestro" come se ne sono visti pochi.

ma torniamo al film; tutto ciò che viene rappresentato diventa cult: il modo di fumare, di ballare di Uma Turman e John Travolta, "l'illuminante" modo di "predicare" di Samuel L. Jackson.
la stessa fisionomia degli attori, così come la scelta delle ambientazioni e dei colori della pellicola, non fanno altro che ribadire e confermare i canoni delle scelte stilistiche di Tarantino.

la sceneggiatura è fenomenale!
non ci si aspetta di udire frasi così poco comuni, quasi sopra le righe.

il film dimostra di non limitarsi ad essere bidimensionale, piatto; come se fosse rilegato ad una mera proiezione su di uno schermo, ma vanta più dimensioni di quante ne esistano in natura. investe fenomeni culturali, invade la società, portando alla ribalta una visione trasversale ed inedita non conforme alla "normalità".

si fa fatica a trovare degli aggettivi che possano rendere l'idea di quello che il film è in grado di trasmettere. le parole, quando le immagini sono così loquaci, tendono a banalizzare qualsiasi tentativo di commento.

procedere ad analizzare singolarmente gli aspetti di un tale prodotto risulta difficile, se non impossibile; perchè non può essere scomposto.
è la rappresentazione di un microcosmo non divisibile in più parti, ma che deve essere accettato in toto, esattamente così come è!

il cast è dei migliori.
Tarantino dimostra di scegliere degli attori di spessore e con volti assolutamente interessanti.

l'interpretazione che in assoluto mi ha lasciato a bocca aperta è stata quella di Samuel L Jackson, è talmente bravo che si dimentica con facilità che sta recitando.
nel suo monologo finale al ristorante sfoggia un magnetismo degno di un vero e proprio predicatore.
si viene ipnotizzati dal suo modo di parlare, dal suono della sua voce (ho visto il film in originale).

gli altri membri del cast non passano di certo inosservati: John Travolta è in splendida forma e dimostra di essere un validissimo attore; Uma Thurman è la musa indiscussa di Tarantino, si muove e parla come se fosse un avvolgente creatura in grado di ammaliare con la sua fragilità e la sua incalzante personalità.

il film ha fatto incetta di premi quanto mai meritati, ha unito pubblico e critica dimostrando che prodotti di qualità esistono ed esisteranno sempre, basta saper aspettare e saper valutare...

video recensione


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mercoledì 11 febbraio 2009

American History X


Titolo originale: American History X
Paese: USA
Anno: 1999
Durata: 119'
Colore: colore B/N
Audio: sonoro
Rapporto: 1.85:1
Genere: drammatico
Regia: Tony Kaye
Soggetto: David McKenna
Sceneggiatura: David McKenna

Interpreti e personaggi
Edward Norton: Derek Vinyard
Edward Furlong: Danny Vinyard
Beverly D'Angelo: Doris Vinyard
Ethan Suplee: Seth Ryan
Fairuza Balk: Stacey
Elliott Gould: Murray
Avery Brooks: Dr. Bob Sweeney
Stacy Keach: Cameron Alexander
Jennifer Lien: Davina Vinyard
Fotografia: Tony Kaye
Montaggio: Gerald B. Greenberg, Alan Heim
Musiche: Anne Dudley
Scenografia: Jon Gary Steele

Premi:
Golden Satellite Award nel 1999 come miglior attore a Edward Norton
SEFCA Award nel 1998 come miglior attore a Edward Norton
Nomination nel 1998 all'Oscar come miglior attore per Edward Norton

trama
Derek esce da prigione dopo tre anni, ad attenderlo c'è la sua famiglia tra cui il suo affezionatissimo fratellino Danny.
Derek prima di venire arrestato era un Nazi Skinhead, atti di violenza erano all'ordine del giorno, fino a quando non si è macchiato di sangue commettendo un omicidio.
Denny ha una particolare adorazione per il fratello e tende ad imitarlo in tutto ciò che fa.
Dopo la scarcerazione, Derek adotta un nuovo stile di vita, rinnega il suo passato e si allontana dalle persone che aveva frequentato prima del carcere...

recensione
American History X è sicuramente un film che rimane addosso.
vanta di una trama è importante non facile da gestire.

una parola viene in mente che si presta bene alla descrizione di questo racconto nei racconti: matriosca!
sembra quasi che dentro ogni storia, ce ne sia un'altra, e poi un'altra ancora e così via.

il messaggio, o forse i messaggi del film sono chiari.
il razzismo, la violenza, l'odio... e allo stesso tempo ce ne sono altri che ne rappresentano l'antitesi: la tolleranza, l'amore, la fratellanza.
tutti, bad e good feelings sembrano coesistere e operare l'uno in funzione dell'altro.
non può esserci amore senza odio, così come non può esistere razzismo senza tolleranza.

la pellicola è in grado di lasciare (nonostante metta in scena una moltitudine di ingiustizie e crudeltà) una sensazione di speranza; come se fosse possibile credere che le cose possono andare bene, e che tutti possono aspirare ad essere migliori.

una scena, tra tutte, mi ha trasmesso orrore; è stato difficile mantenere gli occhi sullo schermo.
si tratta dell'omicidio che compie Derek senza la pistola, quello subito prima dell'arrivo della polizia (mi ha talmente shockato che non riesco nemmeno a descriverne la dinamica).
un'uccisione cruda!

ho apprezzato i primi piani, molto stretti.
è un modo di girare coinvolgente, speciamente quando la materia prima (gli attori) sono di alto livello.
sembra quasi di entrare nelle emozioni, di poterle toccare.

Ed Norton è impeccabile, non c'è stata una scena in cui non non è stato degno di plauso!
(con il look da skinhead mi ricordava Colin Farrel in Daredevil, ahahahahah)

anche il resto del cast è degno di nota.

uno fra tutti Edward Furlong, che con i suoi linemaneti delicati, quasi femminili, faceva letteralmente a pugni con il carico d'odio e violenza scaturito dalla trama (ad una come me che ama i contrasti, non poteva altro che far piacere).

la colonna sonora è piacevole, specialmente nei momenti più drammatici quando viene lasciato spazio ai bellissimi intermezzi corali...

veniamo alle dolenti note...non che abbia molto da dire, ma qualcosina c'è.

ci sono state due cose che non mi hanno lasciata un pò perplessa.

la prima è che non ho apprezzato l'uso un tantino frequente dello slow motion, al massimo l'avrei usato una o due volte, nei momenti topici del film.

la seconda riguarda una delle scene più belle del film è stata quella in cui Denny e Derek staccano dalla parete tutti i poster.

voi vi chiederete: "e cosa c'è da dire su una scena di tale bellezza ed intensità?"
bè vi dirò, girata in quel modo, così enfatico, mi ha dato come l'impressione di voler essere strumento di facile presa sul pubblico, quasi a voler strappare l'applauso.

il finale è stata una sorpresa, non mi aspettavo di veder morire Danny... ero quasi convinta che Derek avrebbe ripagato per tanto odio.

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martedì 10 febbraio 2009

Maria Antonietta, tra pizzi e merletti

salve stranieri!

come vi avevo preannunciato qualche post fa, ecco la seconda parte della gallery dedicata all'indimenticabile figura di Maria Antonietta.

dopo gli accessori, spazio ai vestiti.

ho scelto le foto che ritraevano i sontuosi abiti utilizzati nel film di Sofia Coppola.

a mio parere si tratta di una collezione di costumi tra i più belli mai confezionati.

ho amato moltissimo i colori che sono stati utilizzati sia per le stoffe che per l'arredamento delle camere di Versailles.

per chi avesse perso l'occasione di poter vedere queste stupende creazioni, può approfittare per vederle ora; per chi le avesse già viste, bè può sfruttare l'occasione per poterle rivedere...

buona visione!!!




































lunedì 9 febbraio 2009

grazie HTML


salve stranieri!

avete notato la piccola rivoluzione che ho fatto nel blog???

ho finalmente trovato un pò di tempo per potermi dedicare all'impianto di piccoli gadget e accessori.

senza dubbio la novità più carina è la "label cloud".
si tratta di un widget che io trovo assolutamente irresistibile.
lo trovate proprio sotto il mio profilo ed è lui che vi permette di poter vedere tutte le etichette del blog in movimento, quando quella che vi interessa giunge a portata di mouse, potete cliccare sulla categoria che vi interessa e si aprià la sezione desiderata!

la cosa che mi dispiace, è che essendo il mio un blog molto giovane, ci sono poche etichette e la label cloud è ancora poco popolata, ma sarà solo questione di tempo!

un altro piccolo cambiamento riguarda il link al blog (lo trovate alla fine degli annunci laterali).


ho studiato un tutorial e sono riuscita a creare il "botton", poi con l'aggiunta di un semplice codice html, mi è stato possibile generare un piccolo banner.

lacantastorie

adesso chiunque lo desideri può liberamente copiare il codice che trova nella finestra e impiantarlo dove preferisce, sul proprio blog, forum ecc...

mi aspettavo che il tutto fosse molto più difficile invece con i codici html si può fare davvero di tutto!

sono anche andata a spulciare un pò in giro, alla ricerca di qualche altra cosina che potesse risultare interessante, ma non mi ha colpito quasi, nulla...
magari tra un pò di tempo arriveranno idee più appetitose...

a presto!!!

domenica 8 febbraio 2009

"Possa essere per te una luce in luoghi oscuri, quando ogni altra luce si spegne."


salve stranieri!

per la prima volta ho scritto un post che ha per titolo una bellissima citazione.

forse molti di voi non l'hanno mai sentita... altri, magari, la ricordano con molto piacere ed affetto.

si tratta di un richiamo ad una frase che fa parte della indimenticabile sceneggiatura de "il signore degli anelli"...

mi è venuta in mente poco tempo fa ed è stata così "illuminante" che ho deciso di riportarla nel blog; non volevo dimenticare i bei pensieri che mi aveva riportato alla mente.

nel film ha un significato piuttosto letterale: la luce che Galadriel dona a Frodo in occasione del loro incontro a Lothlorien, è la stella di Earendil.

Frodo, successivamente, userà la luce quando si troverà nella tana della pericolossissima Shelob, perchè il buio totale non gli permette di poter scorgere nulla.

per me, invece, il significato è stato molto diverso: più metaforico, oserei dire.

non è difficile immaginare che cosa voglia dire.

spesso ci sono dei momenti bui, la luce sembra non esistere più, eppure il modo per fare chiarezza in tanta oscurità, c'è...


possediamo dentro di noi una piccola luce, solo che spesso ce ne dimentichiamo.

so gli altri che spesso ci ricordano che la possediamo, o forse sono proprio gli altri la luce che cerchiamo...

come mio solito mi sto abbandonando ai pensieri più assurdi e incasinati...

ma come dico sempre (lo so, sono ripetitiva) nel journal vige lo sclero libero quindi mi abbandono a pensieri di ogni genere...

magari tra qualche tempo rileggendo gli interventi mi farò delle grosse risate, ripensando ai voli che la mia mente è solita fare... però sono sempre ricordi, e come tali, vale sempre la pena averne memoria!!!

a presto...

sabato 7 febbraio 2009

infuriata!!!

salve stranieri!!!

sapevo che prima o poi questo momento sarebbe arrivato...

nei post del journal mi ero sempre moderata, probabilemente perchè non avevo questo stato d'animo!!!

ora sono davvero arrabbiata!

bastaaaaaaaa!!!!!!!!!!!


possibile che una persona debba subire insulti continui dalle persone che le sono più vicine?

che delusione, profonda delusione!!!

inutile parlare, cercare di spiegarsi. solo una grandissima perdita di tempo. quando certe cose non si provano, o certe passioni non si avvertono; non c'è nulla da fare, il risultato sarà sempre il medesimo.

come direbbe una mia cara amica: "che amarezza!!!"

si crede in qualcosa, si spera di aver fatto passi in avanti ed invece ci si ritrova sempre al punto di partenza...

se prima avevo qualche dubbio ora ne ho la certezza... le separazioni spesso sono necessarie.

quando le diversità sono incolmabili, forse stare lontani è la soluzione migliore. ne beneficiano entrambe le parti nonostante all'inizio può non sembrare così!

sono davvero stanca di combattere contro i mulini a vento, si fa sempre una brutta fine e si sprecano energie che potrebbero essere investite in cose sicuramente più meritevoli!

mi piacerebbe davvero essere una persona insensibile... una di quelle che non si lascia buttare nel fango dalle parole degli altri, una che se ne frega di tutto ciò che succede intorno e che si preoccupa solo di sè; sono convinta che di sicuro vivrebbe meglio...

non ho mai condiviso questo loro modo di essere e di vivere, ma ora sono sicura che ne risparmiano di salute!!!

tutta questa mia smania di avere un appoggio, di essere sostenuta in quello che faccio e dico mi ha solo portata a prendere porte in faccia che potevo benissimo risparmiarmi!

non imparo mai!!!

mi devo arrendere, accettare che le mie esigenze non verranno mai prese in considerazione ed andare avanti; mi sono torturata abbastanza, non c'è motivo di continuare.

non mi è mai piaciuta la banalità, l'omologazione; invece mi rendo conto di esserne corcondata.

vivere in un mondo al quale si sente di non appartenere è una frustrazione continua...

ufffffffffffff!!!

ho raggiunto davvero il limite delle forze...

spero di stare un pò meglio dopo questo sfogo, anche se sò che non serve di certo a migliorare le cose!

ora vi lascio, a presto!!!

venerdì 6 febbraio 2009

Martha

salve stranieri!

era da un pò che non dedicavo un pò di spazio alla musica...
è davvero arrivato il momento di portare una ventata di novità.
stavolta si tratta di novità anche per me.

ecco a voi "Martha" di Tom Waits.

ho scoperto questo pezzo da poche ore, e l'ho ascoltato talmente tante volte, che credo di aver recuperato tutto il tempo in cui l'avevo ignorato.

per la verità non ho scoperto Tom Waits e la sua musica per caso; sono stata, come dire... guidata... va bene, lo ammetto, il brano mi è stato letteralmente suggerito.
questo si è rivelato uno dei migliori consigli che mi siano mai stati dati, grazie Davide!

l'immagine che trovate all'inizio di questo post è il mio tentativo di rappresentare la canzone...

spesso le parole non sono sufficienti, le immagini, invece, sono immediate ed evocative.

quando ascolto "Martha" ho come l'impressione di camminare lungo un viale in autunno.

l'immagine che si crea nella mia mente è in bianco e nero, ed acquista colore solo quando ascolto il ritonello, ecco il perchè della scelta di una foto con delle bellissime foglie colorate...

dopo questa mia palese dimostrazione di insanità mentale, vi invito ad ascoltare il brano; chissà, magari potreste scoprire si essere un pò pazzi anche voi...

buon ascolto!





vi lascio, come mio solito, il testo.

Martha - Tom Waits

Operator, number, please:
It's been so many years
Will she remember my old voice
While I fight the tears?
Hello, hello there, is this Martha?
This is old Tom Frost,
And I am calling long distance,
Don't worry about the cost.
cause its been forty years or more,
Now martha please recall,
Meet me out for coffee,
Where well talk about it all.

And those were the days of roses,
Poetry and prose and Martha
All I had was you and all you had was me.
There was no tomorrows,
We'd packed away our sorrows
And we saved them for a rainy day.

And I feel so much older now,
And you're much older too,
How's your husband?
And how's the kids?
You know that I got married too?
Lucky that you found someone
To make you feel secure,
cause we were all so young and foolish,
Now we are mature.

And those were the days of roses,
Poetry and prose and Martha
All I had was you and all you had was me.
There was no tomorrows,
We'd packed away our sorrows
And we saved them for a rainy day.

And I was always so impulsive,
I guess that I still am,
And all that really mattered then
Was that I was a man.
I guess that our being together
Was never meant to be.
And Martha, Martha,
I love you cant you see?

And those were the days of roses,
Poetry and prose and martha
All I had was you and all you had was me.
There was no tomorrows,
We'd packed away our sorrows
And we saved them for a rainy day.

And I remember quiet evenings
Trembling close to you...

martedì 3 febbraio 2009

la forza che ti spinge verso il basso




salve stranieri!!!

oggi mi è tornata alla mente una frase...

la trovate nel titolo di questo post: "la forza che ti spinge verso il basso".

avevo intenzione di scrivere questo intervento da molto tempo, ma non riuscivo mai a trovare un titolo adatto; poi l'illuminazione!

la frase in questione non è propriamente farina del mio sacco, ma si tratta di una citazione; precisamente viene da "la spada nella roccia".

è l'espressione che Mago Merlino utilizza per spiegare a Semola come opera la forza di gravità.

non era mia intenzione finire col parlarvi della forza di gravità.

il mio post trova radici in una riflessione diversa... in realtà quello di cui vi vorrei parlare è qualcosa che si avvicina notevolmente ad una "forza" anche se non si è soliti definirla come tale nonostante sia capace, come lagravità, di spingere verso il basso.

non ne conosco il nome (forse neppure esiste), ma di sicuro è meno visibile di quella di gravità.

ti catapulta a terra e non sai spiegarti il perchè.

non è una sensazione piacevole; per cui cercare il modo che permetta di contrastarla, è del tutto naturale.

in genere quando si cade ci si rialza, è questo che ci è stato sempre insegnato, ma cosa succede se rimettersi in piedi costa più fatica di quanto ci si aspettava?


non sapere da cosa deriva la caduta rende tutto ancora più complicato.
la cosa più sconcertante è che di solito questa forza non opera da sola, ha persino dei collaboratori.

eh si, alla caduta potrebbe seguire la perdita.

la perdita a sua volta spinge ulteriormente verso il basso, e alla fine ci si ritrova in un infinito tunnel che continua ininterrottamente a scendere.

per fermare la caduta, si potrebbe provare ad imporre la propria volontà sugli accadimenti, in grado, oramai, di fare il buono ed il cattivo tempo.

ma se non si possiede una volontà tale che impedisca di veder scomparire tutto ciò che si è col tempo e con la fatica costruito, bisogna per forza assistere inermi alla propria silenziosa distruzione???

eppure potrebbe quasi sembrare un sogno, uno stranissimo sogno; ritrovarsi in in mondo che non si conosce.

un pò come succede ad Alice quando per seguire il coniglio bianco si ritrova, sul malgrado, nel paese delle meraviglie.


a volte quello che le si para davanti non le piace, ma può stare tranquilla, si tratta solo di un brutto sogno.
la regina non le taglierà mai la testa e la strada di casa non è perduta...
si tratta solo di un innocente sogno che finisce col diventare un incubo... ma una volta svegliati torna tutto come prima...

dopo tutto questo abbattimento non proprio piacevole, il pensiero positivo è d'obbligo: la caduta è sempre seguita da un'ascesa.
un pò come la notte che è sempre seguita dal giorno e viceversa.
questo è senza dubbio un pensiero incoraggiante!

forse è proprio così, basta sapersi svegliare per poter vedere le cose di nuovo al loro posto, esattamente come le si erano lasciate!

mmm... questa volta ho davvero esagerato con il mio modo di scrivere così campato in aria... in questi casi, come sempre, vi rifilo la solita scusa: nei post dedicati al diario personale il caos è permesso!!!

ora vi lascio.

alla prossima, sperando di essere in grado di poter essere più comprensibile.

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